Uomini, Bestie ed Eroi

by Andrea Andrillo

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1.
Hai sognato mai Di stare in volo Lontano anche da te Libero da quel pensiero strano Libero senza di te Io respiro il vento Ed ho il cielo in petto ormai Il respiro è vento Ed ho il cielo in petto ormai Cos’è che faceva tanto male? Io non mi ricordo più Sono salito su quel davanzale Poi non mi ricordo più Non i volti abbozzati Nella polvere Non gli specchi esplosi Con dentro le maschere … Hai sognato mai Di stare in volo Come qualcosa che Ha le ali per paura del suolo E che poi si perde Nel blu
2.
Ci han detto Là in fondo Per voi c'è la fine del viaggio Deserto alle spalle Di fronte un miraggio Hai fame e coraggio Se chiedono Inventa nelle tasche quel che puoi Se sparano Corri più forte finché ce la fai Mio cuore Stanco Scosso dal vento e dal mare Cosa rimane Della forza di sognare Siamo tanti Che strano Pensare che non esistiamo Pensare che forse Non basta il coraggio Se vivere è oltraggio Se chiedono Inventa nelle tasche quel che puoi Se sparano Corri più forte finché ce la fai Mio cuore Muto, dentro a un sudario di sale C'è un mare che non hai potuto attraversare E' lì Fra i cuori E' lì Fra i cuori Deserti di sale (Il deserto più grande è nel cuore, a dividere la gente dalla gente)
3.
Irene 03:55
In fondo non importa Non è così importante Si fanno congetture Per poi non dire niente Quando parla la gente Quando parla la gente Quanto parla la gente Chissà se quando ridi Ondeggi come i fiori Chissà se il tuo profumo Lo neghi ai tuoi amori E se in fondo a quegli occhi Che dicono di cielo Davvero scorre un fiume Dove anneghi i dolori Ma io nei tuoi silenzi Non trovo una risposta E sfuggi come i giorni …come la vita Perché una eri all’arrivo E un’altra alla partenza E il saggio al mondo cerca Soltanto la sua essenza Qualcosa che riveli Che spieghi l’esperienza Perché se tutto cambia Eterna E’ la tua assenza Ma in fondo non importa Pare non sia importante Si fanno congetture Per poi non dire niente Quando parla la gente Quando parla la gente Quanto parla la gente Tendo le braccia, ma poi non stringo Niente.
4.
Mia madre si chiama Carmen Loi, è nata il 16 luglio del 1932. Nel ’43, durante uno dei devastanti bombardamenti su Cagliari, vide una donna fuggire con in braccio un bambino la cui testa era stata staccata quasi di netto dallo scoppio di una bomba. La donna correva e la testa del bimbo, semi mozzata, ballonzolava: come in un’assurda danza! … Il tempo è passato, mia madre è invecchiata, ma i bambini di oggi, come quelli di ieri, li ammazzano i padri di altri bambini. Ai loro figli insegnano giochi, raccontano fiabe, ma il dolore sugli altri non fa altrettanto male. Cos’è stata mai Cagliari Condannata a bruciare?
5.
Paternidadi 02:17
Sabori de sali In cust'arretumbu Chi mi tzerriat E mi mallat aintru De tempus attesu Grai est su passu In is moris de craba Su cuccuru est inni' Sempre accappiau a s'orizzonti E callenti est sa bertula Portada tira tira O gioga gioga Prena de cincu semis E de sperantzia (“Sapore di sale / in quest’eco / che chiama / e mi ferisce* dentro / da un tempo lontano / Pesante è il passo / sui sentieri di montagna* / La cima è lassù / sempre legata all’orizzonte / Ed è calda la bisaccia / portata a fatica* / o con leggerezza* / piena di cinque semi / e di speranza”)
6.
Sì che sarebbe splendido Riuscire a scorgerti in mezzo al via vai Tutti in corsa fermi in un mare di guai Senza arrivare mai Senza toccarci mai Oh ma dicono che il tempo prende E il tempo dà Solo che a nessuno basta Quel che ha Così cane mangia cane, in libertà Sotto alle grigie nuvole (Something borrowed, Something old, Something new Let’s stop being blue Is that all we got to choose from baby? Keep on running, You’ll just get to stand still) Ci sarà pure un limite Ma non è quello che poi senti in TV Più va tutto in vacca, più moine mi fai Se non vendi o non compri Sei morto e lo sai Ah, ma dicono che quel che scegli Sia libertà Duro o molle, è certo un’opportunità! Dillo ai bimbi scalzi intorno alla città A chi non potrà mai scegliere E senza una lingua Non chiede più perché Dicono che il tempo prende E il tempo dà Solo che a nessuno basta Quel che ha Così cane mangia cane, in libertà Vedi che comincia a piovere?
7.
Nata dal silenzio Nel silenzio senza fine Nel silenzio, ad aspettare Nel silenzio, a camminare … … Ho sognato che potevo dirti Che tutto è più bello Quando sei con me Figlia io ti amo in un silenzio Che mi ruba Tutte le parole Ma non quel che ho nel cuore E che suono faccia il vento non lo so Ma le ali per volare, io ce le ho Figlia le regalo a te senza parlare Te le do perché tu possa dire “Posso anch’io volare” … Nel silenzio senza fine Nel silenzio, ad aspettare Nel silenzio, a camminare Nel silenzio ho imparato Ad ascoltare Nel silenzio senza fine Nel silenzio, ad aspettare Nel silenzio, a camminare … … Ho sognato che potevo dirti Che tutto è più bello Quando sei con me Figlia io ti amo in un silenzio Che mi ruba Tutte le parole Ma non quel che ho nel cuore E che suono faccia il vento non lo so Ma le ali per volare, io ce le ho Figlia le regalo a te senza parlare Te le do perché tu possa dire “Posso anch’io volare” … Nel silenzio senza fine Nel silenzio, ad aspettare Nel silenzio, a camminare Nel silenzio ho imparato Ad ascoltare
8.
Su patriotu 03:12
Presu che fera, sambenande, chin su corazu de unu Zigante A conca arta est intrau in Carra Manna Sa die trinta de su mese ‘e augustu milliotichent’e duos. Sende chi non li podian binchere s’onore Pro vinditta l’an brusiau su corpus Sa chisina ghetada a su bentu Cumbintos de podere isperdere Sa libertade, s’eroismu, s’ammentu Ma goi an semenau totu sa Nassione E in medas oje naran chi l’an bidu L’an bidu in Pratobello, l’an bidu in Capu Frasca In Buggerru, chin sos minadores In Casteddu, chin sos pastores E tue puru, si cheres, lu podes biere Cando su popolu gherrat pro sa libertade Mira s’istendardu de sos bator moros A lu bies Su chi l’at in manos? Issu est Frantziscu Cilocco (“Catturato come una bestia feroce, con il coraggio di un Gigante / A testa alta è entrato in Carra Manna* / il giorno trenta del mese di agosto del milleottocento e due / Dal momento che non potevano privarlo del suo onore / per vendetta gli hanno bruciato il corpo / la cenere dispersa al vento / Convinti di poter disperdere / La libertà, l’eroismo e il ricordo / Ma così hanno seminato tutta la Nazione / E in molti oggi dicono che l’hanno visto / L’hanno visto a Pratobello / l’hanno visto a Capo Frasca / a Buggerru, con i minatori / e a Cagliari, con i pastori / E tu, anche tu / se vuoi lo puoi vedere / quando il Popolo combatte per la libertà / guarda lo stendardo dei Quattro Mori / Lo vedi chi lo regge fra le mani? / Lui è Francesco Cilocco”) Poesia di Pierfranco Devias Note: “carra manna” è la piazza del mercato. Oggi, a Sassari, dove ebbe luogo il martirio di Cilocco, si chiama Piazza Tola.
9.
La mattina del cinque di agosto Si muovevan le truppe italiane Per Gorizia, le terre lontane E dolente ognun si partì Sotto l’acqua che cadeva a rovesci Grandinavan le palle nemiche Su quel monti, colline e gran valli Si moriva dicendo così: Oh Gorizia, tu sei maledetta Per ogni cuore che sente coscienza Dolorosa ci fu la partenza E il ritorno per molti non fu O vigliacchi che voi Ve ne state Con le mogli sui letti di lana Schernitori di noi carne umana E rovina della gioventù Voi chiamate “il campo d’onore” Questa Terra al di là dei confini Qui si muore gridando “assassini” Maledetti sarete un dì Maledetti sarete un dì.

about

“Uomini, bestie ed eroi” è un disco di canzoni e come tale verrà valutato, apprezzato, schifato o usato come frisbee.
Tutto dipenderà soprattutto dalla sua capacità di intrattenere.
Una volta stabilito questo, però, in un’ottica diversa dal semplice intrattenimento (cioè in un’ottica forse solo più vetusta), durante l’ascolto potrà comunque capitare ad alcuni di percepire fra una canzone e l’altra come stralci del racconto di un viaggio condiviso, frammenti di pagine del diario di un disertore o la voce di un esausto combattente impantanato in un deserto urbano.
O la voce di chissà chi altro, quanto a questo.
Se ciò accadrà, sarà in virtù del rapporto privilegiato per il quale un artista benedetto dal suo pubblico può arrivare a condividere con esso sogni, visioni e … e storie, per l’appunto.
Alcune di queste narrazioni saranno intrise di sfide e di solitudine – e di sfide alla solitudine - (Deserti di sale); altre nasceranno da
epifanie di consapevolezza (Atlantide prima della pioggia); o saranno frutto di scelte coraggiose, rabbia, sacrificio e ribellione
(Su Patriotu). Ci imbatteremo nei vaneggi di chi la pace la vuole, a cominciare da quella propria, personale, se non che poi, come
tanti, è capace solo di fare congetture senza avere mai neppure il coraggio di avvicinarcisi alla Pace vera (Irene); e correremo il
rischio di rimanere incagliati nel lutto di un’umanità che non riesce ad elaborare il senso del proprio dolore, intanto che cambia
no i nomi e le generazioni ma le persone e le città continuano a bruciare in preda ad un’orribile coazione a ripetere (Aveva
undici anni). Qua e là, cenni di dolcezza infinita (Nata dal silenzio) e persino la speranza nel domani (Paternidadi), a rendere
forse meno aspra l’atmosfera di un racconto che comincia con un violento gesto di sfida alla gravità (Forse sognare) e finisce con un anatema (Gorizia tu sei maledetta).
A prescindere da come ci piacerà ascoltarlo, comunque, questo disco sarà il primo di un gruppo di tre.
I dischi che comporranno la trilogia che qui andiamo a cominciare, pur diversi fra loro risulteranno imparentati
per via di una cifra stilistica che spero riconoscibile anche nei momenti in cui sarò più avventato.
Senza tirarcela, ma semplicemente perché il cammino prosegue per i vicoli di Babele, nel secondo disco
parleremo un’altra lingua e oltrepasseremo il mare allontanandoci solo virtualmente da una
Sardegna bilingue che qui traspare anche quando non si parla in sardo.
Ma i nostri piedi rimarranno ben piantati al centro di quel mondo dal quale siamo
partiti e dal quale ci rivolgiamo ostinatamente all’Umanità, sentendocene parte.
Banale concludere dicendo che il terzo disco chiuderà il cerchio rimestando ulteriormente le carte, i suoni, le linee di confine, le lingue e i battiti del cuore. E se detto così sembra pure complicato, basta ricordarci che stiamo parlando di tre dischi di canzoni e tutto si aggiusta.
Ascoltatore, ti lascio in compagnia di questo primo disco. Spero ti piacerà. Altrimenti considera l’ipotesi del frisbee. Non mi offendo mica. Al posto di canti, racconti e armonie, con questo disco ti procurerai comunque dei bei momenti di sano svago all’aria aperta.
Il cielo sa se ne abbiamo bisogno. Magari più che di canzoni che
trasudano vita.
Tuo
Drillo
Cagliari, aprile 2018

credits

released July 6, 2018

Produced, recorded, mixed and mastered by Michele Palmas at S’Ard Studios, Cagliari, except trk 8 – recorded by Marti Jane Robertson at Jane Studios, Cagliari

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Andrea Andrillo Cagliari, Italy

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